Una squadra di artigiani e allestitori lavora h24 per gli spettacoli del teatro lirico più grande del mondo

Note-in-viaggio_Arena_Verona_01Partecipare al progetto regionale “Note in Viaggio” – progetto promosso da CUOA Business School finanziato dalla Regione Veneto tramite il Fondo Sociale Europeo (POR 2014/2020) – ci ha permesso di conoscere tante persone che dedicano la propria vita alla musica. I tre video che abbiamo realizzato, e che a breve verranno pubblicati e divulgati dalla Fondazione Cuoa, ci portano nei più grandi teatri del Veneto, nelle sedi di associazioni musicali e nelle botteghe di artigiani che costruiscono a mano gli strumenti musicali.

Di questo affascinante mondo, che ogni anno porta in Veneto migliaia di turisti musicali internazionali, fanno parte anche i laboratori dell’Arena di Verona, dove prendono forma le scenografie di tutte le opere dell’Opera Festival.
La-Traviata_Arena-di-Verona_11

La-Traviata_Arena-di-Verona_03Per le riprese di “Note in Viaggio”, la Fondazione Arena ci ha permesso di entrare nel grande cantiere artigianale, che si trova alle porte della città, e con alcune immagini abbiamo realizzato un breve video che mostra gli artigiani al lavoro per l’allestimento dell’opera che apre la stagione del Festival 2019: “La Traviata” del maestro Franco Zeffirelli, che debutta stasera alle 21 sul palco del più grande teatro lirico all’aperto del mondo. Il nuovo allestimento dell’opera verdiana, firmato dal regista, è la sintesi di 60 anni di meditazione sull’amato soggetto.
La-Traviata_Arena-di-Verona_10

La recente scomparsa di Zeffirelli, che lascia un grande vuoto nell’animo di tutti i musicisti e gli appassionati di musica, rende ancora più intenso e speciale questo grande evento. Alla triste notizia della scomparsa, la Sovrintendente della Fondazione Arena Cecilia Gasdia (nella foto sotto) ha espresso il suo cordoglio ripercorrendo l’anno di intenso lavoro per l’allestimento dell’ultima Traviata del maestro:

“Lo abbiamo amato incondizionatamente tutti, ha segnato la nostra vita professionale e personale in modo indelebile – ha detto – Lo piangeremo lavorando al meglio, al massimo delle nostre forze per onorare il suo genio, perché la sua ultima Traviata, ma anche il suo Trovatore, brillino e contribuiscano al ricordo futuro del suo genio insostituibile”. “La Traviata viene da lontano – ha aggiunto – Un anno di lavoro intenso nel quale ogni dettaglio, ogni particolare è stato condiviso con i suoi storici assistenti e collaboratori della Fondazione Arena che ne hanno assorbito il pensiero”.

La-Traviata_Arena-di-Verona_15

Dentro i laboratori dell’Arena di Verona

Da oltre un secolo, il cartellone dell’Arena di Verona offre al suo pubblico un’opera diversa ogni sera. Questi grandiosi spettacoli vengono messi in scena grazie al contributo di centinaia di persone, che permettono alla “macchina” dell’Arena di non fermarsi mai.
La-Traviata_Arena-di-Verona_16

Nei 10.000 metri quadrati di laboratori – che si snodano tra piazzali esterni e cinque capannoni, ciascuno lungo 90 metri e largo 20 – lavorano scenografi, sarti e tecnici specializzati nella realizzazione degli imponenti allestimenti e dell’attrezzeria di scena (oggetti d’arredo, elementi di vestiario, tendaggi, gioielli, armi, ecc.) ad opera di circa 41 persone tra stabili e stagionali.
La-Traviata_Arena-di-Verona_20

Tutto nasce dai bozzetti degli scenografi che insieme ai registi e al resto del team artistico firmano lo spettacolo: da questi vengono redatti i disegni esecutivi e, spesso, un plastico in scala; contestualmente si valutano metodologia costruttiva e fattibilità tecnica tenendo conto di diversi fattori, tra cui i vincoli legati alla conservazione del monumento Arena che, per esempio, non consente di allocare sulle gradinate strutture in ferro pesante.

Cinque capannoni per creare l’effetto realistico sul palcoscenico

I laboratori contano in tutto cinque capannoni. Il primo ospita il reparto falegnameria e carpenteria, il secondo è dedicato alla lavorazione dei metalli, mentre il terzo è sede della scenografia vera e propria, con la cucina dei colori e le sue 24 madie per le terre, oltre alla sala dove si lavora la vetroresina. Il quarto padiglione è dedicato alla scultura, perlopiù in polistirolo, creta e plastilina, che permettono di realizzare scenografie realistiche che riproducono l’effetto di pietra, legno, metallo. Qui è possibile anche vedere gli stampi in gesso e la lavorazione del lattice, oltre alle macchine termoformatrici. Il quinto capannone, infine, è dedicato principalmente alla sartoria e al reparto costumi, con un’area dedicata a cucito, stireria, lavanderia e tintoria.

Una curiosità storica: fino al 1995 i costumi si noleggiavano interamente. È in occasione del Macbeth firmato da Pier Luigi Pizzi, nel 1997, che si ha la prima esperienza sartoriale completa di una produzione per l’Arena di Verona. Qui la monotonia non esiste: le sarte e i calzolai intervengono repentinamente in caso di cambi cast, per adattare abiti e calzature anche last minute, in un perenne “fare e disfare” nella fucina della lirica.
La-Traviata_Arena-di-Verona_04La-Traviata-Arena-Verona_26

Una squadra al lavoro 24 ore al giorno per l’allestimento scenico

La grande macchina dell’Arena di Verona non finisce qui. La proposta del cartellone, che offre ogni sera uno spettacolo diverso, necessita di un quotidiano lavoro di squadra. Con turni scanditi, gli allestitori lavorano 24 ore al giorno: all’una di notte circa termina lo spettacolo e una squadra di tecnici smonta le scenografie fino all’alba, perché alle otto del mattino comincia l’allestimento dello spettacolo successivo. Durante lo spettacolo attrezzisti e macchinisti si adoperano per i cambi scena tra un atto e l’altro o anche tra un quadro e l’altro, nel minor tempo possibile.

Arena di Verona_Storiedichi

Aida, 2018 // Foto Ennevi

Ogni giorno, lavorano sul palcoscenico dell’Arena di Verona circa 70 tecnici e 22 elettricisti. I grandi elementi scenici si spostano quindi dai depositi della Fondazione Arena di Verona per essere posizionati alle spalle dell’anfiteatro e in Piazza Bra, diventando vere e proprie attrazioni turistiche. Il dietro le quinte si snoda quindi tra i cunicoli e gli “arcovoli” del famoso anfiteatro romano e proprio da qui l’Arena dà vita a spettacolari rappresentazioni.

Prima della messa in scena il fermento è alle stelle: tutti i reparti sono mobilitati, con la regia che dà le ultime indicazioni e i professori d’orchestra che accordano gli strumenti. Mentre il pubblico inizia a prendere posto, nei “cameroni” (perché in Arena è riduttivo parlare di “camerini”) e nel reparto trucco e parrucco sale l’adrenalina: in meno di due ore avviene le vestizione e una ventina di truccatori si occupa del make-up di moltissimi artisti.

Oltre alle sarte e ai calzolai, ogni sera si aggiunge una trentina di addette alla vestizione dedicate alla preparazione di coro e comparse: basti pensare che per Aida, nella celeberrima scena del Trionfo, salgono sul palcoscenico circa 450 persone.