Il vetro di Murano diventa strumento di dialogo fra l’uomo, l’arte, la società e il territorio

Murano (Venezia) – Ho avuto la fortuna di conoscere Andrea Penzo nel 2018, grazie a una collaborazione per il progetto “Murano Magma” sui vetrai di Murano.

Storiedichi_artista_vetro_muranoPer questa intervista l’ho incontrato alla stazione di Venezia, città dove ora risiede, e l’ho seguito in una sua giornata tipo. Abbiamo preso il vaporetto per l’isola di Murano, dove Andrea Penzo è nato e cresciuto, e dove lavora il vetro. Con il tepore di una splendida giornata di sole invernale, mi ha guidato dal faro di Murano al suo studio, che si trova dall’altro lato dell’isola.

Oltre la porta c’è il suo mondo: “Prima di tutto apriamo le bombole di ossigeno – mi ha detto appena entrati – Senza quelle non si lavora il vetro”.

Per Andrea Penzo il legame con l’isola di Murano è molto forte: è il luogo in cui ci sono le sue radici e dove è cresciuta la sua passione per la lavorazione del vetro a lume.

Osservando i vetrai di Murano al lavoro, da bambino, Andrea Penzo ha iniziato ad appassionarsi di lavorazione a lume e, sin da piccolo, si è dilettato a fondere le penne bic alla fiamma della candela, per creare  fantasiose sculture di plastica.

Quello per il vetro è stato amore a prima vista, ma quando Andrea era ragazzino non c’erano scuole professionali dedicate al mestiere di vetrai. Ha imparato da autodidatta e, all’inizio degli anni Novanta, ha iniziato a lavorare nella moleria di Alfredo Barbini.

Storiedichi_Andrea Penzo_vetro MuranoNegli anni successivi, sua madre, Maria Veronese, che per lavoro si dedicava all’assemblaggio di fiori in vetro, gli ha proposto di unirsi in società e, insieme, hanno costituito la ditta di famiglia di “Veronese Maria“, dove Andrea Penzo ha lavorato agli inizi come lumista.

Nel 1998, ha aperto un’attività in proprio, la “Veronese Vetro”, specializzata nella produzione di opere create con la tecnica del “vetro insedà”, che prevede di montare su rame il vetro intrecciato con filo di seta. A questa serie di opere Andrea Penzo ha dato il nome di  “Botanica alchemica”.

Storiedichi_artista_vetro_murano 3Il 2002, invece, è stato l’anno in cui ha deciso di lavorare come artista indipendente e, in poco tempo, è diventato insegnante alla Scuola del Vetro Abate Zanetti, tenendo vari corsi in università e accademie italiane e straniere. Ha insegnato anche al Pittsburgh Glass Centre, negli Stati Uniti; ha partecipato alla Conferenza annuale della Glass Art Society “Transformational Matter” a Pittsburgh e alla Biennale Internazionale di Cheonju in Corea.

Il lavoro di Andrea Penzo, oggi, si divide in tre rami principali.

Con la serie di opere  “Botanica alchemica”  si focalizza sul tema della memoria, trasformata in chiave concettuale grazie alla creazione di fiori in vetro che inglobano oggetti del suo passato. La memoria sulla quale lavora ha tre facce: si tratta di memoria personale (la sua), collettiva (di una tecnica che sta per scomparire), e di memoria legata a oggetti di uso comune (quindi che coinvolge la collettività).
Storiedichi_Andrea Penzo_vetro Murano Storiedichi_Andrea Penzo_vetro MuranoStoriedichi_artista_vetro_muranoIl secondo ramo riguarda il lavoro concettuale di  “Penzo+Fiore“, avviato nella fase di passaggio da “artigiano” ad “artista”, facendo la scelta di non abbassare i costi e puntare sulla qualità, rivolgendosi a un tipo diverso di clientela. È il lavoro nato dalla collaborazione con Cristina Fiore, sua compagna di vita, con cui ha formato un vero e proprio duo artistico. Insieme, hanno avviato l’associazione culturale “Cantiere Corpo Luogo“, nata per promuovere l’arte contemporanea e il linguaggio performativo degli artisti che si avvicinano al cantiere, valorizzando un modo contemporaneo di concepire il vetro, in particolare quello legato alla tradizione muranese. Nei progetti del duo “Penzo-Fiore” c’è, alla base, l’idea di lavorare sulla produzione di un oggetto che non sia solo fine a se stesso, ma che comunichi un messaggio.

Storiedichi_artista_vetro_murano Storiedichi_artista_vetro_muranoUna delle loro ultime installazioni è la creazione di messaggi come “We have no time to be haters” e “Senza Mai” le cui lettere sono fatte di chiodi in vetro, nelle quali si esprime il concetto di contraddizione: generalmente un chiodo viene preso a martellate, mentre un chiodo di vetro è un oggetto fragilissimo. “Penzo+Fiore” è rappresentato attualmente dalla galleria di Marina Bastianello a Mestre.
Il terzo ramo di lavoro di Andrea Penzo riguarda la collaborazione con altri artisti e designer, tra cui l’ultima partnership con Fendi e con la designer Roberta Anita Maria Pedrazzani.

“Lavorare con gli artisti è uno scambio continuo nel quale io divento il braccio della loro mente.” dice Andrea. “Diventa un arricchimento per entrambi”.

Con la designer Pedrazzani sta realizzando gioielli ispirati a storie per bambini: “Alice nel paese delle meraviglie”, “Up”, “I tre porcellini”, “La principessa sul pisello”. La collaborazione con l’artista è basata sul concetto di “Slow Glass”, ossia sulla pazienza di voler sperimentare e prendersi il tempo di realizzare un’opera unica senza rincorrere l’offerta commerciale.
Storiedichi_Andrea Penzo_vetro Murano
Andrea Penzo, oggi, lavora molto sui gioielli, cercando di superare il limite tecnico del vetro abbinato ad altri metalli, come il rame.  Nella sede dell’associazione “Cantiere Corpo Luogo” a Murano, l’artista offre inoltre esperienze a chi vuole imparare la tecnica della lavorazione del vetro a lume, che vanno da qualche ora fino a qualche settimana.
Storiedichi_artista_vetro_murano

Pochi mesi fa, Andrea e la compagna, Cristina Fiore, hanno acquistato una casa a Presicce, nel Salento, e l’hanno chiamato “Altimetrica 104”, ispirandosi all’altitudine che separa il paese dal mare. Sarà non solo la loro casa estiva ma anche uno spazio espositivo, luogo di scambio e lavoro tra artisti dove chi arriva potrà lasciare una traccia di sé e del suo lavoro.

Se Andrea Penzo dovesse definirsi direbbe “tradizione e contemporaneità” perché cerca con la sua arte di tenere unite le due cose con “i piedi radicati nelle sue origini e la mente rivolta al futuro”.

Complice l’aria che si respira a Murano, dove il confronto con altri artigiani spinge sempre a perfezionarsi.

Non smetti mai di imparare” mi dice sorridendo, poco prima di salutarci.