(foto di copertina Francesco Radino)

Ecco dove è nato “Honey from a Weed”, il capolavoro di storie di cucina italiana che si legge solo in inglese

Salve (Lecce) – Una donna che scrive di cibo, oggi, non suscita scalpore. Ma pensiamo di essere di fronte a Patience Gray, una donna rivoluzionaria e indipendente degli anni Settanta, che nei suoi libri di cucina pubblica ricette per cucinare le volpi.

Il tutto in una masseria pugliese in mezzo al nulla, senza acqua, né corrente o elettricità.

Patience Gray, giovane inglese alla scoperta dell’Est Europa

Patience Gray – nata nel Surrey (Inghilterra) nel 1917 – è seconda di tre figlie, eccelle negli studi tanto da passare l’esame di accesso all’università a soli 16 anni e, terminata la London School of Economics, viaggia con la sorella Tania nell’Europa dell’Est.

La morte della regina Maria di Romania le regala l’occasione per scrivere il suo primo articolo, pubblicato in un giornale di Bucarest, ma l’infatuazione morbosa dell’editore nei suoi confronti la fa scappare subito a Londra. Qui lavora inizialmente per gli Affari Esteri e in seguito per l’Arts Council, dove conosce Thomas Gray, con il quale – nonostante sia sposato e padre di due figli – inizia una relazione e ne acquisisce il cognome. Hanno due figli, Nicholas e Miranda.

Durante la seconda guerra mondiale Patience si sposta in un cottage nel South Downs privo di ogni comfort moderno, e Thomas viene chiamato alle armi. Dopo una serie di lavori artistici e letterari per potersi mantenere come madre single, Patience pubblica il suo primo libro, “Indoor plants and gardens”, una guida pratica alla crescita e cura delle piante nelle case degli anni Cinquanta. Il libro, però, passa in sordina.

Una nuova vita a Spigolizzi, dove nasce il capolavoro “Honey from a Weed”

Il vero spartiacque nella vita di Patience è il suo secondo libro, “Plats du Jour, or Foreign Food”, che vende cinquantamila copie nel primo anno. Nel 1958, la scrittrice viene scelta tra centinaia di candidature per curare la pagina dedicata alle donne su The Observer e per qualche anno il direttore le dà carta bianca sulle scelte editoriali. Scrive di arte europea, design, costume, ma l’idillio dura finché il suo nuovo superiore le dice che le donne sono più interessate allo shopping e alla cucina. Per uno spirito libero come Patience, questo è inaccettabile.

Patience Gray e Thomas Mommens

Patience Gray e Norman Mommens nella foto di Francesco Radino

All’inizio del 1960 conosce e si innamora dell’artista e scultore belga Norman Mommens, all’epoca sposato con la pronipote di Charles Darwin, Ursula, grazie alla quale Norman aveva conosciuto Leonard Woolf, marito di Virginia Woolf, e realizzato una statua di marmo per la casa di campagna della coppia di scrittori inglesi.

Norman e Patience lasciano l’Inghilterra per esplorare il Mediterraneo, in un viaggio che tocca la Provenza, Carrara, la Catalogna, l’isola di Naxos, e infine il Sud Italia. Nel 1970 i due si stabiliscono in Puglia sull’altura di Spigolizzi, nella località di Salve (Lecce).

Patience rifiuta ogni agio moderno, dal telefono, al frigorifero, alla luce elettrica.

“Gli inglesi”, così li chiamano i contadini della zona, si sistemano in una masseria diroccata avvolta nel silenzio degli ulivi secolari, nel bianco accecante delle pietre scavate dal vento, tra le ginestre, i rovi di more, la spurchia, la paretaria. E soprattutto tra gli asparagi selvatici, il papavero, i corbezzoli, la malva, il timo, l’origano: le piante selvatiche che fanno capolino nella vita della coppia come fonte primaria di sussistenza.

Per trent’anni, nella quiete di Spigolizzi, la vita di Patience Gray e Norman Mommens è stata scandita dai lavori agricoli legati alle stagioni. Ed è proprio in questo ambiente semplice e rurale che nasce il capolavoro di Patience, “Honey from a Weed”, un libro sulla vita e sul folklore contadino, costellato di ricette della cucina mediterranea povera e popolare, ma anche di storie di vita quotidiana.

Fra le pagine del libro non ci sono solo suggerimenti culinari: Patience annota anche il significato profondo che le ricette ricoprono nella vita di tutti i giorni, e il valore culturale che offrono alla comunità. Ci sono anche le ricette meno ortodosse donate da un “vecchio anarchico a Carrara”, che includono consigli e metodi su come si cucinano le volpi.

“Sono stati i contadini e i pescatori – sono le sue parole – a creare ricette, piuttosto che i cuochi degli alti prelati e dei principi. Questi ultimi le hanno solo raffinate”.

L’opera, che ha un grande successo e lusinghiere recensioni e che tutt’ora continua a essere ristampata, nasce dopo una gestazione di quasi vent’anni e, nonostante il successo internazionale, Patience rimane ferma su un punto: il libro non va tradotto in italiano. Alle frequenti domande sul perché risponde semplicemente che gli italiani sono talmente abili ai fornelli da non avere bisogno di un libro di cucina.

Patience Gray e Thomas Mommens

Patience Gray e Norman Mommens nella foto di Maurizio Butazzo

Molti foodies (termine coniato dall’amico Paul Levy) iniziano a frequentare la masseria di Spigolizzi, attratti dall’eclettica personalità della scrittrice e di Norman Mommens, scultore dallo spirito inquieto in fuga dalla modernità, che nel Salento si sente in pace, come se fosse nella sua personale Itaca.

L’eredità di Patience e Norman è custodita oggi dal figlio Nicholas

“Mia madre a Norman sono arrivati in Salento nel periodo storico in cui il mondo era scosso dalla febbre della contestazione globale, dal Maggio francese a Valle Giulia, Malcom X, Martin Luther King, le pantere nere”, racconta oggi Nicholas Gray, il figlio di Patience che vive con la moglie Maggie Armstrong nella masseria di Spigolizzi.

Masseria Spigolizzi Puglia

Nicholas Gray e la moglie Maggie, foto di Krzysztof Jarczewski

Nicholas e Maggie vivono a Spigolizzi con 19 gatti e con la preziosa eredità della scrittrice e dello scultore: dai libri sulla cucina con erbe spontanee agli studi di astronomia, dalla ricca e suggestiva collezione di reperti archeologici alle sculture in marmo di Carrara.

Masseria Spigolizzi Puglia

Nicholas Gray oggi nella masseria Spigolizzi, foto di Martina Strazzari

Ma l’eredità degli “inglesi” non è solo materiale: ogni opera di Norman Mommens è un inno alla bellezza della terra e tiene vivo l’ardore della battaglia che lui e Patience Gray hanno portato avanti per difendere la natura e opporsi a ogni forma di violenza su di essa.

Primi ambientalisti del Salento, hanno inventato anche “Coppula Tisa”, un simpatico personaggio dalle sembianze di lucertola salentina che, con pungente ironia, invita tuttora ad aprire gli occhi sui disastri ambientali provocati dalla ingordigia di pochi e dall’omertà di molti.
masseria-SpigolizziNicholas e Maggie, per onorare la causa, hanno scritto una guida bilingue, dai toni provocatori e sarcastici, alle discariche disseminate in Salento. A testimonianza della loro sensibilità e dedizione, nell’ingresso della masseria di Spigolizzi troneggia una fiera “Madunneddha della Mmunnizza”.