Le gite in barca, la Vogalonga, la spesa al mercato e tanta vita veneziana nel progetto di Nicoletta Traversa e Giuseppe Ferrari

Venezia – Un padre affonda piano il coltello nell’uovo di cioccolato, mentre la figlia non stacca lo sguardo dalla linea del taglio. Entrambi osservano incuriositi la sorpresa: una spilla arancione, che il padre appunta poi sul giacchino della bambina. Siamo a Palazzo Ca’ Tron, a Venezia, in una delle sedi dell’Università IUAV, e quello che stiamo guardando è un filmino girato nell’aprile 1966 dalla famiglia Cecchi-Righetto. A digitalizzarlo e riconsegnarlo alla memoria collettiva è RI-PRESE, progetto di salvaguardia e valorizzazione di filmini di famiglia fondato da Nicoletta Traversa e Giuseppe Ferrari, che, attraverso un patrimonio di centinaia di filmati amatoriali girati dagli anni ’20 ai primi Duemila, recupera la memoria del territorio veneziano e l’identità della sua comunità.

RI-PRESE _filmini di famiglia Venezia

Nicoletta Traversa e Giuseppe Ferrari, ideatori del progetto “RI-PRESE” a Venezia

RI-PRESE _filmini di famiglia VeneziaAd oggi, la raccolta include più di 2000 filmini girati da non professionisti, appartenenti a una cinquantina di fondi di altrettante famiglie, fissati su pellicole 9.5 mm, 16 mm, 8 mm e Super8, oltre a videocassette in formato VHS, Video8 e MiniDV: “Chi si affida a noi entra a fare parte del nostro archivio e mette in condivisione il proprio materiale, ricevendo gratuitamente la ripulitura, il restauro e la digitalizzazione dei propri filmini” raccontano. “Il catalogo è a disposizione di chi desidera effettuare una ricerca, ma abbiamo scelto di non caricarlo online: ci sentiamo tutori delle memorie familiari che ci vengono affidate”.

Nel rapporto con la città e i suoi ricordi più quotidiani si trova un punto centrale del progetto: “L’ipotesi di collocare un nuovo archivio qui era emblematica. Venezia è una delle città attraversate da più sguardi in assoluto: quelli di chi qui vive o ha vissuto, quelli dei turisti, quelli dei lavoratori. Raccoglierli costituisce un ritorno importante alla città stessa, un modo per far ritornare in questo luogo le memorie che qui hanno iniziato a esistere, restituendole al territorio”. Nella raccolta convivono, così, filmini girati da turisti in visita alla città dagli anni ’20 agli anni ’80, provenienti da Germania, Inghilterra, Stati Uniti e soprattutto Francia, e filmini di famiglia realizzati da cittadini veneziani. “Solitamente, la cinepresa veniva acquistata soprattutto in occasione di eventi speciali, primo fra tutti la nascita di un bambino. Abbiamo tantissimi filmati di primi bagnetti, compleanni, feste trascorse in famiglia, oppure matrimoni e viaggi. Nel caso dei veneziani, la meta più amata e ricorrente sono le Dolomiti”.

Nei filmini di famiglia si rivive la quotidianità di Venezia dagli anni Venti agli anni Novanta

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piscina Rari Nantes Ferrovieri anni ’60 – film 8mm – fondo Perazzolo

Momenti di vita familiare si avvicendano a riprese spontanee di eventi pubblici accaduti in città, come la 14° tappa del Giro d’Italia del 1978, il Carnevale, la Vogalonga, la Regata Storica. O, ancora, feste cittadine e manifestazioni che raccontano la vita di sestiere: “Abbiamo ricevuto alcuni materiali dalla famiglia Pagin, che gestiva l’Osteria Remo D’Oro alla Misericordia, dove oggi si trova il Paradiso Perduto” racconta Nicoletta. “Era sia osteria che società sportiva, un vero centro di comunità. Organizzavano una regata che partiva da lì, un appuntamento importante per tutto il sestiere: i filmini, risalenti agli anni ‘70, documentano uno stare nella città, insieme a un forte senso di comunità”. Un altro fondo è stato consegnato dal cineamatore Perazzolo: “Faceva parte della società di nuoto Rari Nantes Ferrovieri” spiega Giuseppe. “Un filmino offre uno spaccato importantissimo per poter ritrovare la piscina con corsie allestita nel Canal Grande, a lato della ferrovia, dove tanti veneziani hanno imparato a nuotare e che rappresentava anche un luogo di ritrovo”.

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Torcello – film8mm – fondo Capovilla

Nei film, sottolineano, si colgono i cambiamenti avvenuti nella città, ma anche le sue persistenze: “Abbiamo filmini che mostrano Palazzo Venier dei Leoni in stato di abbandono, prima dell’acquisto da parte di Peggy Guggenheim, oppure il Mulino Stucky invaso dalle erbacce nel ’95. Ma anche filmini di metà anni ’50 in cui è visibile la barca delle verdure al Ponte dei Pugni, esattamente identica a oggi”. “Per il residente o la famiglia che ha vissuto qui – aggiungono Nicoletta e Giuseppe – immagini di questo tipo diventano anche un modo per aggrapparsi alla propria storia. I film vengono restituiti alla comunità e spesso sono proprio i particolari a riattivare il flusso del ricordo”.

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Regate del Remo d’Oro – film 8mm – fondo Pagin

Per arrivare alla nascita del progetto, dobbiamo riavvolgere la cassetta di qualche anno. Dopo un percorso di studi rispettivamente in Cinema d’animazione a Urbino e in Storia del cinema a Parma, Nicoletta Traversa e Giuseppe Ferrari si formano in Arti Visive allo IUAV di Venezia, seguendo i corsi del docente Marco Bertozzi: “Durante i suoi laboratori di Cinema documentario e sperimentale, abbiamo iniziato ad appassionarci al riutilizzo creativo dei film e alla possibilità di costruire narrazioni cinematografiche, utilizzando materiali già esistenti”. È in questa fase che iniziano alcune riflessioni: “I film di famiglia sono incompleti per natura, perché sottintendono molte informazioni che vanno completamente perse quando questi materiali escono di casa”, spiegano.
“Anche quando sono decontestualizzati dal contesto familiare, permettono però di trovare suggestioni e ricorrenze che possono raccontare molto della contemporaneità, proprio perché si tratta di materiali in cui sono presenti tantissimi temi, ma senza una rigida maglia narrativa. Spesso, danno inoltre la possibilità di intercettare la grande storia in maniera involontaria, senza retorica, attraverso dettagli che fanno la propria comparsa nei filmati in modo quasi collaterale, per esempio nei manifesti appesi per strada”.

Il progetto di conservazione è una startup dell’Iuav: la svolta è arrivata dopo l’Acqua Granda del 2019

RI-PRESE _filmini di famiglia VeneziaIl nome del progetto deriva dalla tesi di laurea del 2013 di Giuseppe, intitolata “RI-PRESE. Progettando un nuovo archivio home movie”: un’esplorazione della realtà del filmino casalingo, con l’obiettivo di mappare le esperienze già esistenti e di evidenziarne anche le criticità. “In quell’occasione iniziammo a cercare materiali: cineprese, proiettori, moviole, videoregistratori e videocamere, oltre a pellicole e VHS” ripercorrono Giuseppe e Nicoletta. Una raccolta iniziata soprattutto attraverso mercatini e le rispettive famiglie, in cui l’immediato confronto con la deperibilità di quanto trovato, in particolare i nastri magnetici, dà presto al progetto un senso di urgenza. “La degradazione delle pellicole inizia dopo circa settant’anni, quella dei nastri magnetici già dopo venti. I problemi di conservazione sono molteplici: dalla perdita dei colori fino allo sviluppo di muffe o alla sindrome dell’aceto, che si manifesta quando una pellicola in acetato conservata in un ambiente umido e caldo inizia a degradarsi, sprigionando acido acetico”, spiega Giuseppe. “Non va mai dimenticato che, quando parliamo di supporti che contengono filmini di famiglia, stiamo parlando quasi sempre di pezzi unici: è stata la scintilla che ci ha fatto avvertire ancor di più il desiderio di dare vita al progetto”.

RI-PRESE _filmini di famiglia Venezia

In laguna – film 8mm – fondo Righetto

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Cannaregio anni ’60 – film 8mm – fondo Perazzolo

Dopo alcuni anni di attività di didattica allo IUAV e all’avvio di un percorso per proporre RI-PRESE come startup interna all’ateneo, nel 2018 Giuseppe e Nicoletta partecipano aRe-framing Home Movies”, un percorso formativo a metà tra corso di specializzazione e residenza in archivio: “È stata l’occasione per entrare realmente in contatto con altri archivi, inserendoci in una rete collaborativa di realtà radicate sui diversi territori. Un’esperienza che si è poi evoluta nell’omonima associazione nazionale Re-framing home movies, di cui siamo cofondatori, che riunisce interlocutori che in tutta Italia si occupano di film di famiglia”.

Il 2019 è stato l’anno della svolta per il progetto, quando, la notte del 12 novembre, Venezia è stata colpita da un’alta marea eccezionale di 187 centimetri, che ha colto impreparata l’intera città, invadendo anche il magazzino al piano terra in erano conservati i materiali di RI-PRESE, danneggiando alcuni strumenti e bagnando due scatoloni pieni di pellicole datate dal 1949 agli anni ’80. “L’acqua salata è disastrosa: le pellicole si incurvano e le spire delle bobine si incollano tra loro. Paradossalmente, la situazione di emergenza che ci ha affondato è stata la spinta che ci ha fatto riemergere: abbiamo lanciato un crowdfunding per restaurare i materiali danneggiati e finanziare l’acquisto di uno scanner, fondamentale anche per essere autonomi nella digitalizzazione”. Giuseppe lo spiega bene nel trailer realizzato per la raccolta fondi: “Le emulsioni iniziano a danneggiarsi – racconta la sua voce nel video – e con loro i ricordi e le memorie contenute in queste pellicole. Grazie alla risposta di numerosi sostenitori, RI-PRESE riesce a dotarsi dello scanner FilmFabriek oggi collocato nel piccolo laboratorio del progetto, attraverso il quale scorrono i filmini a esso affidati e, in questo modo, le storie uniche e insieme collettive fissate nei loro fotogrammi.
RI-PRESE _filmini di famiglia Venezia
La visione dei filmini rende possibile ritrovare un legame con gli sguardi che hanno percorso Venezia: “In qualsiasi città turistica esistono delle ricorrenze di luoghi e percorsi. Nel caso di Venezia, si tratta spesso di veri e propri solchi: la panoramica dal Campanile di San Marco, il giro in gondola sul Canal Grande verso Rialto, il Ponte dei Sospiri” spiega Nicoletta “E non bisogna essere nemmeno troppo retorici, perché la passeggiata davanti a Palazzo Ducale ricorre anche nei filmati dei residenti. A volte, però, i film escono da questi tracciati: ritroviamo così bambini scalzi, un uomo che tesse le reti da pesca, un fruttivendolo dove oggi si trova la Libreria Toletta”.

Ininfiammabile: la campagna di raccolta di filmini in formato Paté Baby

È la stessa volontà di recupero e valorizzazione delle memorie dal basso ad aver dato vita a “Ininfiammabile”, la campagna di raccolta di filmini in formato Pathé Baby rivolta a tutta la regione Veneto, lanciata in collaborazione con M9 Museo del ‘900, Università IUAV di Venezia e Fondazione di Venezia, in occasione del centenario dalla nascita di questo formato, il primo ad avere ampia diffusione a livello amatoriale. Fino a oggi, la campagna è riuscita a raccogliere più di cento film, con immagini e memorie dal centro storico veneziano e dal Lido, ma anche di altre aree del Veneto.

RI-PRESE _filmini di famiglia Venezia

Regata storica anni ’30 – film Pathé Baby – fondo anonimo

Mentre ripongono sullo scaffale alcuni dei Pathé Baby che mi hanno mostrato durante l’intervista, conservati per decenni dai loro proprietari in alcune vecchie scatole di cioccolatini, i due fondatori di RI-PRESE sottolineano il valore di questa iniziativa: “Trattandosi di un formato molto antico, si tratta di un primo tentativo per riattivare il recupero di questi materiali così lontani. E ritrovarci alla fine della campagna con tante voci del territorio, che raccontano una storia collettiva”.

Credits: Le immagini originali dei filmini provengono da fotogrammi di film conservati dall’archivio RI-PRESE. I nomi dei diversi fondi sono riportati nella didascalie di ogni foto.