Realizzare cappelli su misura è un’arte che arriva dal passato, ispirata alle famose creazioni di Madame Paulette

Eastbourne – Angela Elliotts è una modista di Eastbourne (East Sussex, Inghilterra). Per raggiungerla viaggio in  autobus lungo le “Seven Sisters”, le meravigliose scogliere di gesso che si affacciano sul Canale della Manica. Una volta scesa cammino sul lungomare, passando davanti all’Eastbourne Pier, fino ad arrivare a una piazzetta pedonale, dove ci sono una serie di cottage allineati uno accanto all’altro.

storiedichi_elliotts_cappellini Il cottage di Angela Elliotts è l’ultimo e quando mi accoglie in case per intervistarla mi sento improvvisamente catapultata negli anni Cinquanta.

Il suo studio si trova al secondo piano: le pareti sono piene di forme di legno per cappelli, di libri, riviste di moda e fotografie dei disegni della modista Madame Paulette, famosa per aver realizzato, fra gli anni Trenta e gli anni Ottanta, cappelli per le attrici Greta Garbo, Marlene Dietrich e per Audrey Hepburn nel film “My Fair Lady”. Famosa, inoltre, per aver introdotto il turbante, negli anni Quaranta, come accessorio di moda.

“Amo i disegni di Madame Paulette – dice Angela Elliotts – Sono emozionanti, eleganti ed evocano le sensazioni di quell’epoca”.  

storiedichi_elliotts_cappellini vintage fatti a mano 2L’amore di Angela Elliotts per i cappelli è iniziato durante i suoi anni di studio alla scuola di moda e si è intensificato quando, circa 15 anni fa, ha iniziato a ballare lo swing vintage e a collezionare cappelli vintage dall’epoca vittoriana agli anni Sessanta: ne ha quasi 70.

“Ho sempre pensato che indossare un cappello sia importante per valorizzare gli abiti e anche le personalità di ognuno di noi e aumentare la fiducia in sé stessi,” dice la modista inglese. Specializzata nella progettazione e produzione di cappelli e copricapi di ispirazione  vintage, i suoi stilisti di riferimento sono Dior con il suo stile “New Look” e Balenciaga.  

Affascinata dalle silhouette forti che definivano la  modisteria negli anni ’40 e ’50, Angela Elliotts realizza pezzi unici fatti interamente a mano e ispirati allo stile vintage. Le  piace avere a che fare con clienti dalla mentalità forte, eccentrica e sicura di sé e che apprezzano l’artigianato. Qualcuno, insomma, che ami il look vintage, ma non indossi i cappelli solo in occasioni particolari.

E, infatti, mi spiega: “Sono convinta che, anche se i miei cappelli sono ispirati a un’epoca passata, si dovrebbe essere in grado di indossarli con qualsiasi  accostamento di abiti, anche con dei jeans e un maglione. Vorrei che le persone  indossassero cappelli tutto il tempo!

storiedichi_elliotts_cappellini vintage fatti a mano 17Il suo lavoro si ispira a quelli che lei considera i cappelli nel loro periodo d’oro: dal 1930 al  1950, all’insegna del glamour di Hollywood, quando indossare un cappello era considerato il modo perfetto per completare un outfit. La sua attività di modisteria fa parte di “The Makers directory“, un gruppo di  creatori e artisti a Eastbourne e Lewes, nell’East Sussex, e dintorni. 

Per cucire un cappello su misura, di solito Angela Elliotts fissa un appuntamento con il cliente per trovare  la foggia che si adatti meglio alla forma del suo viso e allo stile di abbigliamento, e questo comporta una o due sessioni di prova per assicurarsi che il cappello sia della misura perfetta.  

Quando Angela Elliotts inizia un nuovo progetto lo fa già con un disegno in mente, poi sceglie il materiale con cui i clienti vogliono ricevere il loro cappello –  solitamente feltro, paglia o tessuto – e si mette al lavoro.  Mentre mi mostra tutti i passaggi del suo lavoro, Angela Elliotts sparisce in bagno con il bollitore per ammorbidire il feltro di lana con il vapore.

Lo scalda finché non è abbastanza umido di condensa, per poi  tirarlo con forza e allungarlo fino ad appuntarlo sulla forma di legno. A seconda dello stile  del cappello, ci sono blocchi diversi per la corona (la parte superiore del cappello) e la  tesa. 

storiedichi_elliotts_cappellini vintage fatti a mano 14Una volta asciugato, cuce insieme la corona e la tesa, regolandoli per adattarli a chi li  indossa, a volte aggiunge un nastro per la testa, delle finiture o decorazioni. 

storiedichi_elliotts_cappelliniAngela Elliotts non ama particolarmente i fiori ma adora le piume, di cui tiene diversi  tipi, colori e forme da aggiungere alla sua opera come tocco finale.  

storiedichi_elliotts_cappellini“Il senso di appagamento quando un cappello è finito – mi svela Angela Elliotts – è come quello di un artista di fronte al proprio  capolavoro finito o uno scultore che plasma qualcosa con l’argilla. Realizzare un cappello parte sempre da un’idea o da un concetto, ma poi prende vita mentre lo si crea e potrebbe sorprenderti e rivelarsi in un modo diverso dal previsto. È questo che rende unico ogni cappello”.

Prima di salutarci, mi racconta che. durante il lockdown, ha iniziato a disegnare cappelli per il suo simpatico schnauzer Mae e ora li offre anche agli animali dei suoi clienti.