Dai concerti in tutto il mondo all’alta qualità in tavola, una vita alla ricerca della bellezza

Storiedichi_ristorante_riviera_VeneziaVenezia – Ricordarsi il suo nome per intero mette a dura prova la memoria. Si chiama Giovanni Pietro Francesco Maria, ma tutti lo chiamano semplicemente “Gp”. “Gp Cremonini”, infatti, è anche il nome che compare sul suo attuale biglietto da visita, quello che i clienti si portano a casa dopo aver assaporato gustosi piatti al “Ristorante Riviera di Venezia”.

Scoprire come mai il suo arcinoto soprannome e il suo numero di cellulare siano finiti proprio lì, sotto il logo dello storico ristorante delle Zattere, richiede un ulteriore esercizio di memoria. Prima di arrivare, anzi di tornare, a Venezia – la città in cui è cresciuto – Gp ha fatto di tutto. In 25 anni trascorsi a Parigi, è diventato il musicista jazz e interprete di musica leggera per il quale, oggi, il suo nome è noto in tutto il mondo. Ha fatto sua la lingua francese; è stato lettore di libri per alcune case editrici e ha lavorato come cuoco a domicilio nelle case dei parigini. Prima di tornare a Venezia e arrivare al “Riviera”, il suo contrabbasso, il suo basso elettrico, e la lunga chioma di capelli che gli arriva al fondoschiena, lo hanno accompagnato dappertutto e, in un anno particolarmente inteso, si è tuffato in tutti gli oceani del globo.

Per sintetizzare, si puo dire che Gp è riuscito a trasformare in vita vera due grandi passioni: la musica e la cucina.
Storiedichi_Ristorante_Riviera_Venezia_wm_01Storiedichi_Ristorante_Riviera_Venezia_wm_01Intuire quanto queste due arti siano legate è facile: ascoltare un bel pezzo assomiglia ad assaporare un buon piatto, e, in fondo, cucinare è un po’ come suonare: se non lo fai con il cuore, non ti si fila nessuno. Gp riassume meglio il concetto: “Non è importante cosa fai, ma come e perché lo fai”.

Ascoltando la sua storia, viene da dargli ragione. Nei grissini al cacao e al caffè che accompagnano i piatti del “Riviera”, e nelle tante spezie che “esotizzano” il pesce marinato crudo del ristorante, ci sono ricordi ed eredità lasciate dalle tante persone che Gp ha incontrato nelle sue lunghe tournée fra l’Europa, l’Asia, l’Africa e gli Stati Uniti. Lui dice di avere più o meno cinquant’anni, ma gli si crede solo per la quantità di cose che ha fatto. “A Venezia avevo iniziato a frequentare il conservatorio e l’Iuav – racconta, ma non ho finito”.

Dopo un periodo di lavoro come musicista nei bar di Piazza San Marco, la musica lo ha presto portato altrove: prima sulle navi da crociera e poi a Parigi, dove ha vissuto per un quarto di secolo. “È lì che ho incontrato François Rabbath, il grande maestro di contrabbasso che mi ha dato i mezzi per poi farmi viaggiare e conoscere il mondo attraverso le tournée”, spiega Gp. “Ho sempre e solo viaggiato per lavoro, cercando di stare il più possibile a contatto con le persone per scoprire in quanti modi diversi si può vivere. E mangiare: anche attraverso i sapori si capiscono i popoli”.
Storiedichi_Ristorante_Riviera_Venezia_wm_01Storiedichi_Ristorante_Riviera_Venezia_wm_01In Giappone, Gp si è ritrovato a mandar giù una zuppa di occhi di pesce a casa di una signora ospitale e in Somalia, come vuole la cultura del paese, ha mangiato solo con la mano destra. Da uno come lui, che ha imparato la grammatica francese trascrivendo a mano le Memorie di Adriano, scorrono fiumi di aneddoti.

Sul perché del suo ritorno a Venezia – dove ora coltiva la passione della voga – pare esserci un’unica consapevolezza. “Mi ero stufato dello show business – dice Gp – e quindi sono tornato a Venezia, dove si vive sempre bene, nonostante il tanto turismo e i cambiamenti. All’inizio, con un amico, ho aperto un bacaro a Rialto poi, sempre con lui, sono arrivato al “Riviera”, dove lavoro con chef e staff veneziani”.

Per Gp la musica, la cucina e Venezia hanno molto in comune:

Ci sono gli alti e i bassi e c’è la sempre fondamentale ricerca della bellezza: visiva, sonora, gustativa, olfattiva. Insomma, sono un po’ la stessa cosa: la vita.