Agricoltura, microcredito e inclusione finanziaria sono gli strumenti per combattere la povertà e raggiungere l’indipendenza

Fra i sostenitori di storiedichi.com, c’è Etimos Foundation, un network di organizzazioni che promuove investimenti e progetti per migliorare la vita delle persone.

Etimos ha sede a Padova, ma opera in Italia e nel mondo per valorizzare le potenzialità di ciascuno, rimuovere le disuguaglianze, combattere la povertà, rafforzare i legami sociali, salvaguardare i beni comuni e le risorse naturali.

Marco Santori Etimos

Marco Santori, presidente di Etimos Foundation ©Archivio Etimos

L’organizzazione, presieduta da Marco Santori, Membro del Consiglio Nazionale per la Cooperazione allo sviluppo dal 2015, lavora a più livelli.

Da un lato promuove e sostiene imprese sociali e innovative – sviluppando filiere agricole più eque e dando credito a una fascia di microimprese escluse dai canali bancari tradizionali – dall’altro crea opportunità di lavoro e garantisce l’accesso a servizi primari, come la salute e l’educazione, anche nei contesti più difficili.

La storia di Etimos è iniziata 28 anni fa

Etimos Foundation

Uno dei primi convegni di Etimos in America Latina ©Archivio Etimos

Etimos è nata nel 1989 con il nome di Ctm-Mag, all’interno di un movimento di impegno civile che si affermò in Italia alla fine degli anni Ottanta.

Ne facevano parte migliaia di persone, attive nel volontariato, nella cooperazione, nel pacifismo, e unite dagli stessi ideali di uguaglianza sociale e giustizia economica.

“Alla fine degli anni Novanta – racconta il presidente di Etimos Marco Santori – siamo stati tra i primi a utilizzare in modo nuovo gli strumenti della finanza nello scenario della cooperazione internazionale”.

“Abbiamo creduto nel microcredito, nel sostegno a un’agricoltura che non sfrutta i piccoli produttori ma li aiuta a crescere, in progetti comunitari che operano come vere e proprie imprese sociali. Un impegno che continua tuttora e si è concretizzato in quasi 100 milioni di euro di investimenti a sostegno di oltre 120 organizzazioni locali in Africa, Asia e America Latina”.

La mappa dei Paesi in cui Etimos è attiva con i suoi progetti a sostegno delle popolazioni in difficoltà ©Archivio Etimos

I settori di intervento di Etimos

I settori in cui Etimos interviene sono, principalmente, l’agricoltura e lo sviluppo di filiere rurali, il microcredito, l’inclusione finanziaria, le imprese sociali e la tecnologia.

Agricoltura e Cooperazione internazionale: a sostegno delle cooperative del caffè in Honduras

In Honduras, Etimos sostiene l’Empresa Central de Pequenos Productores (ECPPH), un’organizzazione fondata nel 2009 da alcune famiglie di piccoli e medi produttori di caffè organizzati in cooperative locali in diverse zone montane del Paese.

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Un’immagine delle cooperativa per la coltivazione del caffè in Honduras ©Archivio Etimos

“Il nostro obiettivo è quello di rafforzare l’autonomia imprenditoriale dei piccoli produttori di caffè”, spiega Marco Santori. “In Honduras il caffè è la prima forma di sostentamento, ma qui, oltre all’apporto di mezzi finanziari, rafforzati con il prestito del luglio 2016 da parte di Cassa Deposito e Prestiti, quindi un ex articolo 7, abbiamo creato le condizioni per l’accesso alle competenze nell’ambito del Fair Trade“.

“Abbiamo investito soprattutto nel capitale umano”.

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Il caffè pergamino (grezzo) nelle cooperative del caffp in Honduras ©Archivio Etimos

 

L’educazione finanziaria e il post emergenza

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San Miguel beneficiario di AMC, socio che Etimos sostiene ©Archivio Etimos

Etimos è attiva anche in Perù, Nicaragua, Salvador e in Ecuador con progetti di microcredito a sostegno di cooperative, associazioni e fondazioni.

“Diamo un supporto concreto, uscendo dalla logica dell’assistenzialismo e creando opportunità di lavoro- spiega il presidente Marco Santori – In Asia abbiamo usato la microfinanza per far fronte al post emergenza dopo lo tsunami del 2004“.

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In questa immagine, due beneficiari di AFODENIC, socio di Etimos a Managua ©Archivio Etimos

“Subito dopo lo tsunami la Protezione Civile ha scelto Etimos e Banca Etica per gestire una parte dei fondi raccolti grazie alle donazioni degli italiani, con l’obiettivo di contribuire alla ricostruzione dello Sri Lanka con un’azione diretta sul tessuto economico e sociale del paese, ossia microimprese, imprese familiari e cooperative, parallelamente a interventi più classici nei contesi post emergenza”.
Il sostegno che Etimos ha fornito alle istituzioni di microfinanza ONG, ma anche banche di sviluppo e cooperative, si è tradotto in un totale di 5 milioni di euro, investiti in capitalizzazioni, credito e capacity building.

La capitalizzazione è servita per ricostruire fondi perduti dalle istituzioni e rafforzare lo sviluppo delle organizzazioni attraverso il patrimonio. L’operazione è stata diretta da Etimos Lanka, società di diritto locale costituita per gestire e monitorare i fondi.

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L’immagine di un incontro con i politici in Sri Lanka ©Archivio Etimos

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In questa immagine, l’avvio di un progetto di microfinanza legato alla produzione del peperoncino in Sri Lanka ©Archivio Etimos

“Attraverso la linea di credito abbiamo erogato alle MFI un finanziamento di 3-4 anni per sostenere la ripresa delle attività produttive dei beneficiari, in rate semestrali senza garanzie – racconta Marco Santori – Con le attività di capacity building abbiamo investito sia sul potenziamento delle organizzazioni, sia sui beneficiari per migliorare le loro capacità gestionali e la loro efficienza. Con un revolving fund sono state finanziate 18 organizzazioni sociali per un importo che ha superato i 10 milioni di euro“. 
In più di 10 anni, Etimos ha raggiunto oltre 80 mila microimprenditori, organizzato cooperative, costruito impianti di trasformazione del cacao, promosso l’impresa sociale. “Negli anni questi interventi hanno dato prova di avere grande impatto, misurato anche grazie a Università e ricercatori che hanno supportato l’organizzazione nell’analisi dei dati”, spiega ancora Santori. “A distanza di 12 anni, i nostri clienti in Sri Lanka sono diventati soci con il fondo che, al netto della svalutazione della moneta locale, è rimasto intatto, ma soprattutto grazie alla volontà di dare vita a una nuova stagione con il governo locale”.

La microfinanza in Italia: Etimos in Abruzzo e in Emilia

Dal 2009, Etimos promuove la microfinanza anche in Italia. “Siamo convinti che il microcredito possa essere uno strumento di sviluppo e di welfare al tempo stesso – dice Marco Santori – capace di arginare il declino e l’impoverimento delle società più ricche”.

All’indomani del sisma che colpì L’Aquila, Etimos ha ricevuto un nuovo incarico dalla Protezione Civile, per mettere in atto la ricostruzione del tessuto sociale ed economico abruzzese. L’intervento di ricostruzione è stato attivato attraverso l’impresa sociale Microcredito per l’Italia, che rappresenta il braccio operativo di Etimos per il microcredito in Italia.

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Un beneficiario sostenuto con il microcredito da MXIT in Emilia Romagna ©Archivio Etimos

“In Abruzzo con oltre 21 milioni di finanziamenti erogati tra il 2011 e il 2016 l’attività di microcredito per l’Italia ha registrato una delle migliori performance in Italia in termini di volume di erogazioni all’interno di un singolo progetto”, dice ancora Santori.
“Nel 2012 con la gestione di un fondo assegnatoci da Renzo Rosso, abbiamo ricostruito il tessuto sociale ed economico dell’Emilia dopo il sisma – aggiunge – Ad oggi abbiamo accompagnato l’erogazione di oltre 1500 microcrediti.

“Con le due esperienze in fase di chiusura possiamo dire che i numeri degli ascolti, i contatti con il territorio, le attività finanziate testimoniano l’importanza e la fiducia nello strumento del microcredito. Oggi l’attività di Microcredito per l’Italia capitanata da Paolo Nicoletti che ne è sempre Presidente fin dalla sua costituzione e Saverio Rosa come Amministratore Delegato, ha iniziato un percorso di erogazioni di servizi ausiliari che sono l’anima del microcredito”.

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In questa foto di ©Paolo Palmeri, il ritratto di una beneficiaria del progetto post-sisma promosso da Etimos a L’Aquila.

Dopo il terremoto: 100 Ettari di Terra Viva per Amatrice

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Gli agricoltori di Amatrice al lavoro dopo il sisma ©Archivio Etimos

Amatrice, da sempre, fa parte della mia vita“, racconta il presidente di Etimos. “Mio padre era di Amatrice e ho vissuto molte stagioni della mia vita in quei luoghi. All’indomani del sisma dell’agosto 2016, spinto dal mio coinvolgimento personale, ho pensato subito a cosa fare per aiutare i territori colpiti“.
Ad Amatrice doveva ripartire tutto dalla terra.

La terra che aveva tremato doveva essere l’occasione per rimettere le basi per il futuro. Marco Santori ha pensato agli agricoltori. La prima cosa da costruire poteva essere una filiera agricola.

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Il primo biscotto di Amatrice prodotto da FAN e AlceNero ©Archivio Etimos

“Ho iniziato dall’ascolto – spiega – Ho coinvolto un buon numero di agricoltori della zona di Amatrice. Li ho ascoltai per mesi, ci siamo confrontati. Ho messo insieme più persone, ho fatto mie le loro difficoltà. Nel frattempo, a Padova, ho costituito a Padova un Comitato, chiamato ‘Amatrice Terra Viva’: un Comitato di sole donne a sostegno dell’iniziativa”.

In contemporanea, Marco Santori ha coinvolto AlceNero. Etimos è socio di AlceNero dal 2004 e sostiene il marchio nato dall’unione di oltre 100 agricoltori e apicoltori che dal 1970, in Italia e nel mondo, producono cibo biologico sano per l’uomo e rispettoso per la natura.

“Con AlceNero abbiamo iniziato un lavoro sul territorio, seminando 70 ettari di terra. Dopo il duro inverno la terra ha dato i suoi frutti: il grano. La terra ha ricominciato a vivere e con lei gli agricoltori che non si sono mai arresi”.

Con il grano pronto, Etimos ha coinvolto FAN, una joint venture tra Alcenero e FARMO, azienda specializzata nella produzione di alimenti gluten free di cui Marco Santori è da poco Presidente. “Con FAN abbiamo iniziato la produzione, con il grano di Amatrice del frollino di Amatrice, il biscotto a forma di cuore (nella foto in alto) che è diventato il simbolo della rinascita di questo territorio. In 15 mesi abbiamo ridato una speranza concreta agli ambitanti”.

Focus su Migraventure, un progetto per il futuro

Uno dei progetti più recenti di Etimos è il programma Migraventure, lanciato nel 2016 dall’Organizzazione internazionale delle Migrazioni, in collaborazione con Etimos Foundation e finanziato dal ministero degli Esteri italiano.

Si rivolge a imprenditori, o aspiranti tali, che vivono in Italia e vogliono avviare una nuova impresa, o consolidarne una già esistente, sul territorio dei loro Paesi di origine, generando così occupazione e impatto socio-economico positivo nelle comunità interessate.

Cheikh Diop, per esempio, sogna di mettere su un’impresa agricola biologica nel suo villaggio natale, in Senegal, dopo avere tirato su una cooperativa che produce yogurt bio a Roma; e Pierre Sonna immagina la creazione di una scuola di formazione professionale di cinema e audiovisivo a Douala, capitale economica del Camerun dove ancora non c’è nulla del genere. O, ancora, Ajibola Olwakemi Victoria, sta per aprire un nido per bambini dai 3 mesi e i 5 anni a Lagos, città della Nigeria in forte crescita economica, dove a lavorare sono entrambi i genitori.

Delle oltre cento richieste di finanziamento, sono 41 gli imprenditori in fase di formazione e 33 in fase di coaching, mentre 10 sono quelli che vedranno finanziate le loro idee dai partner del progetto tra cui Cooperazione italiana allo Sviluppo e Agenzia italiana per la Cooperazione allo Sviluppo.

I settori sono soprattutto quelli agricolo, dei servizi, del digitale, del commercio e dell’energia, mentre i Paesi interessati sono 13 (Camerun, Senegal, Nigeria, Costa d’Avorio, Burkina Faso, Repubblica Democratica del Congo, Guinea, Ghana, Kenya, Ruanda, Uganda, Togo Mozambico). La dimensione media dell’investimento richiesto è di 57 mila euro, con un finanziamento massimo di 30 mila euro.

Il documentario “Migraventure” qui sotto è nato da un’idea di Etimos, ed è stato prodotto da Redigital per la regia di Fabrizio Livigni

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Un’immagine del gruppo di lavoro del progetto Migraventure ©Archivio Etimos

“In America Latina, in Asia, in Italia o in Africa il nostro metodo di lavoro è sempre lo stesso: ascoltiamo, dedichiamo tempo e diamo risposte. Il nostro segreto è quello di riuscire a collaborare, a lavorare in squadra e confrontarci, mettendo sempre al centro l’uomo e le sue necessità“.


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